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Chi invidio e chi non sopporto

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Qualche tempo fa Valeria ha scritto un post sull’invidia e sulle categorie di persone che le ispirano questo sentimento.

E’ un tema molto interessante, Michele mi accusava spesso di essere invidiosa degli altri (solo perché mi innervosisco guardando le foto di gente alle Maldive su Instagram, che sarà mai) e la cosa mi ha sempre offeso molto, perché non voglio essere una di quelle persone che vorrebbe vivere la vita degli altri (ok, forse la fidanzata di Ansel Elgort).

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(diapositiva di me quando penso al fatto che Ansel sta con una tizietta qualunque)

Chiaramente però ci sono alcuni tipi di persone che mi ispirano un pochino di invidia

La puledra finto casual

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Quando feci l’esame di ammissione alla Bocconi (università che poi non ho frequentato) mi ricordo distintamente che la stanza era piena di belle ragazze. Alte, con capelli lunghi e lisci ma volutamente spettinati, con spolverini in camoscio, sandali comprati con la madre a Saint Tropez (dove vanno tutti gli anni), jeans perfettamente fascianti senza essere ciucciati, unghie perfette. Pensai “io non c’entro niente qui, sono tutte puledre”. Non so come mi venne questo termine ma l’ho ancora in mente quando vedo questo tipo di ragazze. In Francia è pieno, infatti vivevo in uno stato perenne di tortura psicologica. La puledra è sempre molto carina, con una pelle di pesca che non ha bisogno di essere truccata, gioielli antichi della nonna indossati quasi a casaccio, borsa da 2000 euro tenuta con noncuranza, ma poi ha qualcosa di imperfetto, tipo “si dimentica” di mettere il reggiseno sotto il maglione, è spettinata, cose così. E’ perfettamente inserita nella città dove vive, va alle feste trendy senza essere nervosa, non la spaventano le situazioni sociali.
Inutile dire che non è il mio caso: la mia manicure non è mai perfetta, non compro “le cose giuste”, non frequento i posti trendy, ho l’ansia se devo andare ad una festa chic. Insomma, le guardo da lontano e le invidio.

La viaggiatrice

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Un delle persone che invidio veramente è la ragazza di WorldofWonderlust, una travel blogger australiana. Ogni settimana è in viaggio nei quattro angoli del mondo in hotel meravigliosi, viaggia spesso da sola e non solo in posti di mare, non è ossessionata dalla moda quindi non pubblica foto di outfit (insomma, non è Tuulavintage). Adoro viaggiare e darei qualsiasi cosa per farlo come lei (cioè non completamente per piacere ma nemmeno con particolari obblighi se non fare qualche foto). Ah, che invidia! Non posso neanche odiarla perché sembra simpatica. Ogni volta che guardo una sua foto penso “adesso mi licenzio e faccio come lei”.

La sprezzante

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Non so se capita anche a voi ma io ho un modo di comportarmi completamente diverso a seconda di chi mi trovo davanti. Se ho a che fare con persone che mi piacciono, sono me stessa. Se invece mi devo confrontare con gente arrogante, sprezzante o semplicemente stronza, mi blocco. E’ una reazione che ho sin dalle elementari, quando la mia compagna di classe cattivella spadroneggiava e non avevo il coraggio di dirle di chiudere il becco. Con le persone prepotenti non parlo con la mia solita spigliatezza, mi metto in un angolo e anche se si entra un po’ in confidenza tutta la loro sicurezza mi incute timore. Pensavo che con l’età sarei cambiata ma non è ancora successo.

 

Allo stesso modo, ci sono categorie di persone che proprio non sopporto

Quelli che non sanno stare al mondo

Questo detto della mia famiglia è usato per descrivere persone di vario tipo, principalmente i maleducati, gli svampiti, quelli che non sanno comportarsi. Persone alle quali devi ricordare che avete una cena in programma perché non hanno una cavolo di agenda, persone che ti invitano alla loro festa di compleanno e ti fanno pagare (per me una moda inconcepibile, se non hai soldi fai una festa in casa, non una cena al ristorante dove pagano gli altri), persone che non conoscono i principi base dell’educazione e sembrano dei selvaggi (e alla soglia dei 29 anni posso dire che ne conosco parecchie). Riconosco che anche io a volte non so stare al mondo, sono svampita e spesso dico cose fuori luogo.

I fighetti

Non so se è un retaggio che mi porto dietro dal liceo, una scuola un po’ sinistrosa di Parma, o se è perché avevo tanti conoscenti di questo tipo e non mi sono mai piaciuti ma odio i fighetti, come vengono chiamati a Parma. Presente? Nella versione femminile è una ragazza viziata, pretenziosa, che vuole che le si offra tutto, sempre fidanzata con il bravo ragazzo ricco, che non si farebbe mai un tragitto lungo a piedi nemmeno per scherzo, che non è mai andata in campeggio né ha mai avuto qualche avventura seppur ridicola, che frequenta solo ristoranti costosi e alla moda dove non si mangia niente, che se non va a farsi la piega una volta la settimana “si sente in disordine”, spesso con una madre ipercontrollatrice che la tiene a dieta e si fa il botox e un padre che lavora tutto il giorno e paga per tutti. La versione maschile è il figlio di papà con le scarpe firmate che ha frequentato la Bocconi e  lavora nella finanza, con nessuna cultura musicale o letteraria, che “il sabato con gli amici è sacro, dobbiamo andare in discoteca”, con il ciuffo da pirla e i mocassini colorati. Questi lui e queste lei sono destinati a stare insieme e non li sopporto in egual misura.

I non connessi

Tutti abbiamo una vita impegnata. Tante persone da vedere, mille chat di Whatsup al minuto, fidanzati, amici, la palestra… ma non mi venire a dire, amica, che non trovi 5 secondi per rispondermi al telefono oppure per vederci, perché allora devo dedurre che non ti importa di me. Il problema è che conosco persone a cui (credo) importi di me ma che non sono in grado di usare il telefono come persone adulte. Bisogna rincorrerle, non rispondono alle telefonate, whatsup non esiste, i social non li usano, vedersi è un’impresa. Tutte scuse ovviamente, perché poi sono connesse con il fidanzato con il cordone ombelicale, escono con altra gente e insomma, sono vive. Mi fanno diventare pazza.

 

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